Esistono in commercio oramai diversi tipi di antiparassitari, con modalità di applicazione e spettro di azione differenti; per questo motivo è necessario chiedere sempre al medico veterinario di fiducia consigli sull’uso dell’antiparassitario nel cane e nel gatto.
Fino a qualche anno fa veniva consigliato l’uso dell’antiparassitario solo nel periodo primaverile-estivo, attualmente considerando il ciclo vitale di pulci, zecche e pidocchi e la loro capacità di sopravvivere a condizioni ambientali estreme, si è esteso l’uso di tali molecole a tutto l’anno.
La scelta della molecola varia a seconda del periodo dell’anno, dell’ambiente in cui vive l’animale e dell’eventuale convivenza di specie animali diverse, alcuni antiparassitari possono infatti risultare tossici e letali per il gatto e assolutamente adatti e innocui nel cane.
L’utilizzo corretto di tali molecole permette al proprietario di coprire l’animale dall’attacco dei più comuni parassiti e di evitare fastidiose forme di dermatiti allergiche causate dalla saliva irritante delle pulci, inoltre gli antiparassitari di ultima generazione agiscono sull’ambiente evitando alle uova e alle forme larvali di invadere lo stesso rendendolo più salubre.
La Leishmaniosi canina è una grave malattia protozoaria sostenuta da Leishmania Infantum e trasmessa attraverso un vettore, il flebotomo attivo da aprile-maggio a settembre-ottobre. Come molte altre malattie trasmesse da un vettore, è una patologia sempre più governata da fattori bioclimatici nonché dai fenomeni di globalizzazione e migrazione estendendosi dai Paesi tropicali all’Europa.
E’ una zoonosi, pertanto trasmissibile all’essere umano sempre tramite la puntura del flebotomo. Presenta un quadro clinico molto complesso ed eterogeneo che va dai sintomi sistemici a quelli cutanei dovuti al deposito di immunocomplessi, il fulcro della patogenesi della malattia, tali da dare gravi e, spesso irreversibili, danni renali. Il veterinario informerà i proprietari dei cani più a rischio sulle strategie preventive da adottare: non solo adeguati repellenti da impiegare sull’animale durante la stagione estiva ma anche la profilassi vaccinale, un’arma di prevenzione supplementare nata nel 2012.
Fondamentale è poi il ruolo della diagnosi precoce attraverso l’impiego di test sierologici di screening come la IFAT e l’ELISA che è opportuno proporre circa 4 mesi dopo il periodo di massima esposizione al rischio.
Giardia intestinalis, anche detta lamblia e duodenalis, è un parassita protozoario che alberga nell'intestino tenue del cane e del gatto, in particolar modo dei cuccioli e degli adulti defedati, causando un'infezione chiamata Giardiasi.
La trasmissione del protozoo avviene allo stadio di ciste per via oro-fecale tramite l'ingestione di cibo o di acqua contaminata.
Fattori aggravanti sono il sovraffollamento (canili, gattili) e l'elevata umidità che favoriscono la sopravvivenza del protozoo stesso.
Il sintomo principale è la diarrea schiumosa e maleodorante, autolimitante o persistente, causata dall'irritazione intestinale; talvolta associata a perdita di sangue, anoressia, abbattimento, calo ponderale e ritardata crescita nel cucciolo.
Nel cucciolo è importante differenziare la Giardiasi dalla parvovirosi, coronavirosi o altre parassitosi intestinali che spesso danno come unico sintomo proprio la diarrea.
La diagnosi di Giardia si fonda sulla dimostrazione della presenza nelle feci di cisti o trofozoiti.
Bisogna ricordare ai proprietari che un esame coprologico negativo non esclude la diagnosi dal momento che l'escrezione del parassita è intermittente, per questo dovrebbero essere esaminati minimo 3 campioni prelevati in giorni consecutivi.
Gli esami di laboratorio a disposizione del medico veterinario, oltre all'esame coprologico, sono l'IFA, che richiede tempistiche più lunghe e personale di laboratorio specializzato e l'ELISA sotto forma di test rapido da usare anche in ambulatorio e facilmente interpretabile.
I farmaci di elezione per il trattamento della giardiasi contengono metronidazolo, albendazolo, fenbendazolo vanno somministrati per via orale per 3-5 giorni e in caso di grave disidratazione dell'animale associati a fluidoterapia.
Al termine della terapia è assolutamente necessario un esame di controllo per avere la certezza che il parassita sia stato debellato completamente, in caso contrario è importante ripetere un ciclo di terapia magari utilizzando una diversa molecola farmacologica.
Essendo una zoonosi anche l'uomo può essere infettato(diarrea del viaggiatore), di conseguenza l'eliminazione tempestiva delle feci dal luogo in cui l'animale permane limita la contaminazione ambientale.
E’ certamente una delle domande più spinose poste dai proprietari di cani e gatti. Sonno innumerevoli le piante tossiche presenti in natura e, pertanto, si consiglia di chiedere al proprio veterinario chiarimenti sul possibile potere tossico delle piante presenti in appartamento o in giardino.
Qui di seguito elenchiamo le piante più velenose e potenzialmente letali da tenere lontano dalla portata dei nostri animali:
ACONITO, AGLIO, ALBICOCCA (SEMI DEL NOCCIOLO), AZALEA, CAMPANULA, CILIEGIA (SEMI DEL NOCCIOLO), CIPOLLA, CROCUS, DIGITALE PURPUREA, EUFORBIA, GELSOMINO VARIANTE GIALLA, LUPINO, MANDORLA(SEMI DEL NOCCIOLO), MARIJUANA, MELA (SEMI DEL NOCCIOLO), MUGHETTO, OLEANDRO, ORTICA, PESCA (SEMI DEL NOCCIOLO), RICINO (SEMI), STRAMONIO, TABACCO
Con il termine Otite si indica una condizione di infiammazione del condotto uditivo del cane e del gatto, che viene facilmente individuata dal proprietario a causa della sintomatologia altamente pruriginosa e talvolta dolorosa che si manifesta con grattamento eccessivo delle orecchie, scuotimento della testa, iperproduzione di secreto maleodorante, auto traumatismi cutanei nella zona circostante il padiglione auricolare.
Se l’otite non viene correttamente trattata può portare alla perforazione del timpano o all’estensione del processo infiammatorio/infettivo all’orecchio medio e interno con successivi disordini di tipo neurologico.
Le cause ed i fattori che predispongono all’otite sono diversi:orecchie pendenti, corpi estranei, acqua che penetra nel condotto uditivo, batteri, lieviti, parassiti, allergie, rappresentano solo le più comuni.
Durante la visita medica va sempre effettuata l’ispezione del condotto uditivo e se si sospetta un’otite il prelievo del secreto auricolare per svolgere l’esame citologico.
La terapia consta sempre di due fasi, una prima fase di pulizia per eliminare il più possibile il secreto in eccesso in modo che i farmaci agiscano più efficacemente ed una seconda fase di terapia vera e propria con molecole farmacologiche antibiotiche , antimicotiche e antinfiammatorie.
Nelle otiti croniche o refrattarie alle comuni terapie può essere indicato eseguire un esame colturale per identificare l’agente patogeno responsabile e gli antibiotici ai quali risulta sensibile.
È necessario prima di interrompere la terapia ripetere dopo una-due settimane un esame citologico del materiale presente nel condotto uditivo per verificare che la stessa sia stata efficace.
La gastropessi è un intervento chirurgico per mezzo del quale lo stomaco viene fissato alla parete addominale.
L’utilizzo della gastropessi come mezzo di prevenzione in un paziente a rischio di dilatazione- torsione gastrica (GDV, gastric dilatation- volvolus) GDV, non è stato ancora valutato da studi controllati; tuttavia, considerando che i trattamenti medici e i tentativi di gestire i fattori di rischio hanno fornito scarsi risultati e che il tasso di mortalità in corso di GDV rimane ancora relativamente alto (30-40%), la prevenzione chirurgica viene sempre più frequentemente richiesta dai proprietari e allevatori di razze a rischio e consigliata dai Medici Veterinari.
Risultati di studi epidemiologici su cani suscettibili di GDV forniscono i criteri per cui un paziente dovrebbe essere sottoposto a gastropessi preventiva. Possono beneficiare del trattamento preventivo cani di taglia medio-grande e gigante, pazienti affetti da torsione cronica, soggetti che presentano frequenti dilatazioni dopo i pasti, cani con diagnosi di IBD ( Intestinal Bowel Disease) e animali che hanno subito un’ intervento per asportazione della milza. Nei soggetti a rischio “altrimenti sani” la gastropessi preventiva può essere eseguita in qualsiasi momento della loro vita, ad esempio associata ad altri interventi preventivi (sterilizzazione nella femmina).
Il colpo di calore è una vera e propria emergenza estiva potenzialmente letale se non si interviene efficacemente e con tempestività soprattutto se in presenza di cardiopatie e patologie respiratorie.
E’ quindi fondamentale sensibilizzare le persone sulla pericolosità di lasciare un animale in auto durante l’estate in quanto all’interno dell’autovettura la temperatura raggiunge il doppio di quella esterna e, inoltre, limitare molto l’ esercizio fisico intenso quando la temperatura esterna è superiore ai 25 gradi.
Patologie respiratorie ,come ad esempio, la sindrome brachicefalica o la paralisi laringea, favoriscono ulteriormente il colpo di calore. Ricordiamo che i cani e i gatti sono molto più predisposti al colpo di calore rispetto all’uomo in quanto il loro sistema di raffreddamento corporeo è molto meno efficace e rapido del nostro. Si verifica quindi un innalzamento della temperatura corporea (41 C°) derivante dall’incapacità dell’organismo di dissipare il calore.
L’evaporazione è il processo più importante per la dissipazione del calore; l’uomo è in grado di attuarla mediante la sudorazione mentre i nostri animali, sudando solo a livello dei cuscinetti plantari, devono necessariamente attuarla mediante la respirazione. I sintomi del colpo di calore sono aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, respiro affannoso a bocca aperta, vomito, deambulazione difficoltosa, mucose congeste, stupore e infine crisi convulsive e collasso cardio-circolatorio.
Il proprietario deve affrettarsi a portare il proprio animale dal medico veterinario più vicino che gestirà con l’adeguata fluidoterapia e il protocollo terapeutico più mirato l’imponente disidratazione e lo stato di shock ipovolemico .
Prima dell’arrivo dal veterinario, sono spesso un salva vita le misure d’emergenza che tutti i proprietari possono applicare; la prima operazione da attuare è abbassare gradualmente la temperatura corporea bagnando il paziente con acqua fresca e raffreddandolo con un ventilatore. Evitare assolutamente bagni d’acqua gelida e ghiaccio in quanto possono causare vasocostrizione periferica o l’induzione di brividi e quindi far aumentare la temperatura in maniera paradossa.
Con questi termini si indicano rispettivamente l’ ovario isterectomia e l’ ovariectomia rimozione chirurgica di ovaie e utero o delle sole ovaie ) e l’ orchiectomia (rimozione chirurgica dei testicoli ).
La loro indicazione principale è la limitazione della riproduzione, ma sono consigliate anche per prevenire o trattare i tumori influenzati dagli ormoni sessuali ( es., tumori mammari, tumori testicolari, adenomi perianali ), per tenere sotto controllo o risolvere alcune patologie dell’ apparato riproduttore (es., la piometra, l’ endometrite, la prostatite, l’ ascesso prostatico ) e per favorire la stabilizzazione di alcune malattie sistemiche ( il diabete, l’epilessia ).
In alcuni animali si praticano la sterilizzazione o la castrazione allo scopo di prevenire o modificare determinate anomalie comportamentali.
“ Chirurgia dei piccoli animali” T.W. Fossum sec. Edizione italiana
E’ vero che si dovrebbe permettere al cane di avere almeno una gravidanza?
Falso: è meglio sterilizzare il cane il prima possibile. La sterilizzazione previene l’ insorgenza di tumori mammari. Quanto prima si sottopone il cane all’ intervento, maggiore è la possibilità di prevenire la neoplasia.
- Sterilizzazione prepubere (prima del primo estro)= 0,5% di rischio.
- Sterilizzazione dopo il primo estro= 8% di rischio
- Sterilizzazione dopo il secondo estro= 26% di rischio.
Il 50% è rappresentato da carcinomi maligni, adenocarcinomi e sarcomi; il restante 50% da tumori benigni.
Inoltre l’ intervento previene l’ insorgenza di altre patologie neoplastiche è non, a carico dell’ apparato riproduttore (pseudogravidanze, piometra, tumori ovarici e uterini)
Falso: in realtà il cane sterilizzato consuma meno calorie, se si agisce modificando la dieta e mantenendo un adeguato esercizio fisico, il pericolo è scongiurato.
E’ invece vero, che la sterilizzazione può allungare la vita del vostro cane ed elevarne la qualità.
L’incontinenza urinaria che si verifica in una bassa percentuale nelle cagne sterilizzate rappresenta l’unico aspetto negativo di questo intervento chirurgico. Attualmente esiste la possibilità di trattare in modo efficace tale disturbo con un farmaco specifico.
Riguardo alla questione ovariectomia versus ovario isterectomia, recenti studi hanno confermato che non ci sono significative differenze relative al livello del dolore e al tempo di guarigione della ferita.*
*Comparison of surgical variables and short-term postoperative complications in healthy dogs undergoing ovariohysterectomy or ovariectomy. Peeters ME, Kirpensteijn J.J Am Vet Med Assoc. 2011 Jan 15;238(2):189-94.
Nei maschi le indicazioni riguardo alla sterilizzazione sono leggermente diverse. Oltre ad eliminare la possibilità di insorgenza di tumori testicolari e limitare ad una percentuale esigua l’insorgenza di tumori prostatici, la castrazione influisce in maniera significativa sul comportamento del cane maschio, in particolare in situazioni di aggressività.